Ma Chi È Lo “Psicologo”?

 
 
Le metodi di lavoro dello psicologo psicoterapeuta sono molti. Variano relativamente al modello teorico e pratico prescelto, in base al quale si organizzano gli obiettivi e le fasi del lavoro. Alcune differenze metodologiche dipendono anche dalle specifiche circostanze in cui avviene l’intervento. 


Lo strumento principale dello psicologo è il colloquio psicologico, ovvero una modalità particolare di colloquio che ha come obiettivi quelli di mettere la persona a proprio agio; aiutarla a esporre la questione, ascoltandola molto attentamente ed attivamente; esplorare il modo che la persona ha di vedere le cose ed i vissuti associati; mettere a fuoco gli scopi che vuole raggiungere; e infine, analizzare possibilità alternative.  


In questo ambito, lo psicologo può utilizzare domande, indicazioni, inviti alla riflessione, tecniche di rilassamento, tecniche di presa di coscienza corporea o strumenti specifici come i test. Quando si consulta uno psicologo si deve comunque tenere presente che non si avranno consigli o prescrizioni così come avviene dal medico: il processo di consulenza si basa su una collaborazione tra la persona che si mette in gioco parlando di sé e il professionista che mette a disposizione le proprie competenze.


Grazie alla propria competenza professionale e alle proprie qualità personali, lo psicologo sa bene che a volte ci sono cose che non è facile spiegare, o che non è facile capire se non le si conosce a fondo, ma sa anche che la cosa più importante è considerare attentamente il punto di vista di chi vive quella determinata situazione. 
Infatti, quando abbiamo un problema di cui non troviamo la soluzione, la prima cosa che desideriamo è di essere ascoltati attentamente, perché abbiamo bisogno di chiarirci le idee per poterne venire a capo. L'ascolto attento è uno strumento specifico che fa parte del bagaglio professionale dello psicologo, e che gli permette di comprendere che cosa è importante per il suo interlocutore. 


Inoltre, lo psicologo utilizza l'empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni altrui per comprenderne lo stato d’animo. Qualcosa di simile avviene, ad esempio, leggendo un libro o guardando un film: chiunque di noi capisce che cosa prova il protagonista, anche se magari non è stato sul Titanic mentre stava affondando. Si tratta di una capacità che viene affinata molto nella professione psicologica.  


Allo psicologo non interessa se quello che viene detto dalla persona sia la verità in senso assoluto oppure no. Ciò che interessa realmente è quello che la persona sente, pensa e come vive o ha vissuto una determinata situazione. Quindi, per lo psicologo, ciò che la persona sta dicendo è vero, in quanto esprime quello che essa pensa, sente e vive rispetto a ciò che sta raccontando. Inoltre, la consultazione con lo psicologo si basa sulla costruzione nel tempo di un rapporto di fiducia; ciò fornirà le premesse per poter eventualmente effettuare una riflessione sul bisogno che la persona può avere avuto di modificare la realtà dei fatti vissuti.   

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