Sterilità

La coppia è bloccata e molte volte le ragioni di questo blocco sono scritte nella sua storia o dei singoli partner; un’esplorazione può far ripartire il movimento verso la soluzione del problema. In ogni caso questa esperienza espone i protagonisti ad una forte vulnerabilità e porta un forte stress che è opportuno accogliere ed elaborare.

Per “sterilità” si intende l’impossibilità di una coppia alla procreazione naturale a causa di condizioni fisiche permanenti di uno o entrambi i membri che li rendono impossibilitati al concepimento;  L’International Council on Infertility Information Dissemination (INCIID, Consiglio Internazionale per la Diffusione di Informazioni sull’Infertilità) definisce invece “infertilità”  l’incapacità di una coppia a concepire un figlio entro un anno di rapporti sessuali non protetti. Questa condizione non è ritenuta assoluta ma può essere legata  a fattori reversibili quindi può essere superata.  I termini vengono talvolta usati indifferentemente. Oggi, almeno nelle società occidentali, l’infertilità  è in costante aumento. Si tratta di un fenomeno complesso dalla causalità multifattoriale: in alcuni casi la ragione è francamente biologica, ma più spesso vengono chiamati in causa fattori sociali, culturali, economici, psicologici e legati allo stile di vita.
Si stima che circa il 20% delle coppie in età fertile in Italia attualmente lamentino problemi di sterilità e fra queste  almeno  una su cinque non riesca a trovare, dopo opportune indagini, una causa medica o biologica che spieghi il problema. In questi casi si parla di sterilità psicogena o “sine causa” o inspiegata.   La tendenza attuale moderna è quella di considerare la sterilità  “sine causa” come espressione di un disagio espresso dal corpo ma che origina anche o esclusivamente dalla mente. In altre parole si ipotizza che la radice del problema sia  “psicosomatica”.

Le cause dell’infertilità

Premettiamo che una condizione di infertilità può essere portata da un membro della coppia, maschio  o femmina o da entrambi. E’ stata studiata soprattutto la sterilità femminile, mentre quella maschile rimane un ambito poco indagato, per il quale sembra assumere un ruolo centrale lo stress. Tuttavia a spiegare il fenomeno per la coppia sono stati chiamati in causa molti e diversi possibili fattori causali come:
1.       stress e stile di vita disordinato;
2.      fattori ambientali  come inquinamento o insalubrità alimentare;
3.      aumento dell’età in cui si cerca il concepimento;
4.      infezioni o infiammazioni genitali ricorrenti;
5.      disturbi del comportamento alimentare;
6.      consumo di alcool, fumo  o droghe;
7.      abuso di farmaci o psicofarmaci;
8.     aumento di infertilità maschile;
Chiaramente ciascuno di tali fattori deve essere considerato predisponente una condizione di infertilità, per la quale è consigliato uno studio accurato caso per caso da parte di un’equipe specialistica multidisciplinare (ginecologo, andrologo, psicologo, ecc.) così da affrontare la difficoltà attraverso un approccio globale.

Il ruolo della mente

Oggi universalmente viene riconosciuto il ruolo della mente in molte manifestazioni fisiche. Ciò vale anche per la funzione riproduttiva e sessuale che è regolata dall’azione di sostanze chimiche dette ormoni  prodotte dagli organi sessuali su stimolazione di altri ormoni messaggeri che originano dall’ipofisi. L’ipofisi  è una piccola ghiandola contenuta alla base dell’encefalo che potrebbe essere immaginata come una centralina di controllo dell’intero organismo e non solo della funzione sessuale e riproduttiva, per sua natura così intima e nascosta. Nella sua porzione anteriore l’ipofisi produce moltissimi ormoni che hanno la funzione di messaggeri rispetto ad uno specifico organo bersaglio.  L’attività ipofisaria a sua volta è modulata sempre attraverso la sintesi ormonale  da parte di ipotalamo e neocorteccia cioè da quella porzione superiore del cervello in cui elaboriamo i pensieri, le intenzioni o la motivazione ad agire. Per questo una condizione mentale non propizia come lo stress, un conflitto, un trauma pregresso e genericamente un qualunque disagio mediato  dalla corteccia, possono incidere così profondamente nella capacità riproduttiva. Diventa chiaro allora come questa delicatissima e sofisticata funzione possa essere coordinata in primis dalla mente. In altre parole il progetto generativo nell’essere umano, a differenza di ciò che accade nel mondo animale, presuppone una spinta a voler essere genitori. Il progetto  nasce prima di tutto attraverso pensieri, motivazioni, sogni, aspettative  nella mente dei futuri genitori ma talvolta e spesso in maniera inconsapevole può essere  minato da condizioni mentali pregresse sfavorevoli.

Il vissuto emotivo

Di fatto, quando una coppia viene diagnosticata sterile o infertile, il contraccolpo emotivo è forte e doloroso. Solitamente  la prima reazione è di incredulità e sbigottimento e ciò provoca un’esacerbazione dei tentativi di procreazione e il ricorso a indagini mediche. Quando viene rintracciata una causa organica di solito l’approccio medico è lo step successivo attraverso  cure, interventi mirati o ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita.  Facilmente in questo momento le sensazioni possono essere  di rabbia, sconforto, senso di inadeguatezza, ansia, depressione, impotenza. In una parola si può dire che la salute psichica della coppia sia in pericolo proprio perchè essa si sente minata nella sua funzione più vitale di dare un seguito a sè stessa. Gli effetti che ne derivano sono  diversi da caso a caso ma  possono essere drammaticamente destabilizzanti  per la coppia  nella sua globalità o  per i partner separatamente. Nei casi di “infertilità psicogena” o sine causa il vissuto della coppia è ancora più drammatico per l’ incomprensione di ciò che sta succedendo e di sorda impotenza per non sapere cosa fare.

La cura

Sia  che venga diagnosticata una causa organica quale ostacolo alla procreazione che  infertilità psicogena,  la coppia si trova di fronte ad una perdita e in molti casi dinanzi a un percorso difficile , faticoso e doloroso. In Italia purtroppo solo in rari casi è previsto il sostegno psicologico, a fianco dell’equipe medica nel comunicare e sostenere le coppie protagoniste dell’infertilità. Quindi da un lato lo psicologo può aiutare la coppia a comprendere cosa sta succedendo, ad elaborare il problema e a trovare modi  utili per far fronte al dolore. D’altra parte un percorso psicologico  può rappresentare la risorsa più idonea per aiutare la coppia a fare emergere i propri fantasmi e farci i conti.  Non si sa infatti esattamente quanto un problema di infertilità, anche laddove sia stato trovata una causa organica,  non sia sostenuto o viziata da fattori più prettamente psicogeni. Un approccio psicologico dunque può aiutare a capire quanto la difficoltà a generare possa essere ricercata nel  bagaglio “genitoriale” dei futuri genitori, cioè in quale misura i vissuti emozionali, l’esperienza familiare passata, i vissuti psichici personali, eventuali traumi o altre difficoltà possano ricadere sul progetto generativo della coppia. In altre parole esso può essere utile a comprendere quanto ”il corpo e la mente” partecipino reciprocamente al progetto generativo, aiutando in molti casi a superare il problema. Gli interventi vengono ritagliati specificamente sulla coppia, perché ogni storia  di infertilità è unica e irripetibile come sono unici i protagonisti che la vivono. Essi possono prevedere un percorso di coppia rivolto all’esplorazione del problema, al sostegno psicologico legato agli interventi medicalizzati oppure a percorsi di psicoterapia  individuale dei membri della coppia laddove se ne ravvisi la necessità.

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